Un bilancio emotivo

verso la fase 3

Come andrà la fase 3? Dipende dall’impegno serio di ciascuno di noi nell’affrontare l’emergenza emotiva di cui poco però si parla.

Ognuno di noi la conosce, la sente sulla sua pelle. Su questa si può, e si deve, lavorare e molto.

E allora vogliamo fare una proposta concreta, una attività che ha un potere di trasformazione altissimo.

Noi tutti abbiamo vissuto un periodo straordinario: facciamone il bilancio.

Facciamo un lettura del tempo presente guardandolo in profondità. Da qui possiamo cogliere spiragli utili per impostare il futuro.

Chiediamoci quindi: cosa di grande, di profondo e di irripetibile abbiamo capito? Quali scoperte abbiamo fatto? Quali pensieri ci hanno nutrito? Quali bisogni e quali priorità sono emerse? Cosa ci ha davvero aiutato a vivere? Quali idee ci hanno accompagnato e sostenuto? Quali sicurezze si sono rivelate illusorie?

Quale accelerata tutto questo trambusto ha comportato nella nostra maturazione?

Quale consapevolezza ha fatto emergere?

Chi vuole può limitarsi a usare queste domande come capoverso e ag-giungere due o tre righe di risposta.

Eravamo abituati che il nostro tempo era gestito dagli altri. Il distanzia-mento è spesso diventato anche isolamento e, per fortuna, in alcuni casi magari l’incontro con uno sconosciuto: noi stessi.

Un’esperienza che ha toccato certamente tutti e ognuno in modo diver-so. Sentimenti effimeri? No, urge evitare che cadano nell’oblio appena ci tuffiamo, anche se gradatamente, nelle relazioni.

Meglio capitalizzare una ricchezza irripetibile per noi che, di riflesso diventa un salto in avanti, inestimabile, per la società tutta, per il popolo italiano. Scrivere lo consente.

Consapevoli che le abitudini che avevamo coltivato per lunghi anni prendono facilmente il sopravvento dobbiamo fare un’azione speciale che ci eviti di trovarci con i danni del coronavirus e senza nessun “dono”. Il dono che potremmo invece prenderci, che è quello che vera-mente conta: la qualità del nostro stare al mondo.

Fissare i vissuti profondi di questo presente, difficile ed amato, scrivendo il nostro bilancio di questi 60 giorni, di ciò che abbiamo profonda-mente colto, compreso, capito è un’azione speciale, degna di una cala-mità irripetibile.

Così, per quanto ci riguarda, possiamo promuoverci alla fase 2 perché, non siamo solo stati sdraiati, ma abbiamo capitalizzato la fase uno.

Ovviamente lasciamo libero sfogo al nostro sentire. Ognuno a suo modo, con la sua diversità, con la sua misteriosa unicità. Così come anche con il suo stato di equilibrio psico-affettivo, di autostima personale, di qualità delle relazioni affettive e sociali, della posizione economica e lavorativa, ecc.

Con un invito. Evitiamo retoriche, buonismi o razionalizzazio-ni, e dover essere utopici. Cerchiamo di dare parola a quella parte di noi, che conta, ma che è di solito poco ascoltata e sopraffatta dai “rumori” razionali.

Impegniamoci a non perdere alcuna goccia di ciò che è avvenuto in questo evento critico, e che in nessun altro contesto può facilmente avvenire.

E non perdiamo noi stessi e il nostro tempo a lamentare cose pretestuose.

Scrivere è un modo proficuo per restare nel flusso, forse anche accelerato, di questo duro presente, di questa congiuntura. Evitando frette distratte, affrancandoci dalla velocità del virtuale che brucia in un attimo i nostri bisogni. Aprendoci alla verità del nostro vissuto.

Disponiamoci quindi a raccontarlo con i tempi lenti, con i ritmi della nostra vita naturale: quelli del nostro respiro. Al di là di ogni accelerazione.

Adottiamo il motto “I care” e rivolgiamolo a noi stessi. Al nostro mi-gliorarci. Alla nostra crescita. Alla nostra apertura a nuove scoperte del proprio animo. Alla attivazione della capacità di mettere in circolo le migliori qualità.

All’apprendimento di quanto amore si può ricevere amando, di quando benessere si può avere ascoltando, di quanta gioia si può provare dando, non per dovere, ma per far felice qualcun altro.

Ciascuno può, se lo vuole, “dirigere i propri astr i’ per il proprio e l’altrui benessere.

Casagrande&Recalcati, ipervanitas, 2019, oil on canvas, 100x100cm 56